CBD e ormoni: come agisce il cannabidiolo sui disturbi endocrini?

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Il rapporto tra sistema endocannabinoide e sistema endocrino è comprovato. I principi attivi della pianta di cannabis sono sempre più studiati come possibile terapia per i disturbi endocrini.

La Cannabis negli ultimi anni è oggetto di studi che ne approfondiscono gli effetti sugli esseri viventi, in particolare, di alcuni cannabinoidi, su tutti il CBD  ed il THC.

I cannabinoidi svolgono la loro funzione all’interno dell’organismo in diversi modi, principalmente attraverso il sistema endocannabinoide. Uno dei sistemi corporei su cui il sistema endocannabinoide sembra avere un’influenza diretta è proprio il sistema endocrino.

L’apparato endocrino è un sistema corporeo che comprende l'insieme di ghiandole endocrine che hanno la funzione di produrre e immettere nell'organismo gli ormoni: “messaggeri” chimici che trasmettono segnali da una cellula a un'altra.

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Cosa sono i disturbi endocrini?

Le patologie endocrine sono malattie che colpiscono le ghiandole endocrine  e possono interessare il corpo umano in molti modi.

Le più frequenti sono quelle legate alla tiroide, e in particolare  ipotiroidismo e ipertiroidismo che si verificano quando la tiroide produce pochi o troppi ormoni tiroidei.

Nelle persone adulte la causa più comune di ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, una condizione in cui il sistema immunitario del paziente attacca la propria tiroide e la danneggia finché questa non riesce  più a produrre una quantità adeguata di ormoni.

L’ipotiroidismo è una condizione che può insorgere anche come conseguenza del trattamento con iodio radioattivo utilizzato per il trattamento di alcune patologie tiroidee  o della rimozione chirurgica della ghiandola. In passato la diagnosi di patologie tiroidee avveniva solo quando la malattia era ormai ad uno stadio avanzato, oggi invece basta un semplice esame del sangue per diagnosticare disturbi alla tiroide.

Il sistema endocannabinoide e il sistema endocrino

Il sistema endocannabinoide (ECS) è un sistema biologico presente nel corpo umano composto da endocannabinoidi.

Gli endocannabinoidi sono piccole molecole segnale che derivano da un acido grasso polinsaturo: l’acido arachidonico. Gli endocannabinoidi attivano i recettori dei cannabinoidi di tipo 1 (denominato CB1) e di tipo 2 (CB2). I primi recettori sono presenti nel cervello e in alcuni tessuti periferici mentre i secondi si trovano prevalentemente nelle cellule del sistema immunitario.

L’insieme degli endocannabinoidi di un individuo viene identificato come sistema endocannabinoide. Il sistema endocannabinoide agisce sulla regolazione di una grande varietà di processi sia fisiologici che cognitivi, come l’appetito, la sensazione di dolore o l’umore. Consideriamo i cannabinoidi come dei “messaggeri” che agiscono nel nostro corpo. I recettori dei cannabinoidi si trovano in discreta quantità lungo l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, parte del sistema endocrino responsabile della regolazione del metabolismo. Da queste evidenze è nato l’interesse per esplorare le potenzialità della cannabis nella regolazione del sistema endocrino nel contesto di alcune patologie.

Gli effetti del CBD sugli ormoni

Il cannabidiolo (CBD) è noto per la sua capacità di interagire con il sistema endocrino, influenzando indirettamente l’equilibrio ormonale dell’organismo. La sua azione si estende attraverso differenti processi biologici che coinvolgono varie ghiandole e ormoni.

Vediamo quali azioni il CBD può esercitare sugli ormoni del corpo umano:

  • Gestione dell'ansia e dello stress e riduzione del cortisolo
    Uno dei principali effetti del CBD è legato alla regolazione della risposta all'ansia e allo stress. Questo avviene attraverso la sua azione sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che controlla la secrezione di cortisolo, un ormone fondamentale nella gestione dello stress. Alti livelli di cortisolo possono condurre a una serie di problemi, tra cui affaticamento, insonnia, ansia e disfunzioni metaboliche. Il CBD sembra essere in grado di moderare la produzione di cortisolo, riducendo la pressione psicofisica a cui il corpo è sottoposto in situazioni di stress cronico

  • Miglioramento della qualità del sonno
    Un altro aspetto rilevante del CBD riguarda il suo effetto sul ciclo del sonno. Agendo sulla produzione di melatonina, l’ormone chiave che regola i ritmi circadiani, il CBD può contribuire a regolare il ciclo sonno-veglia, favorendo un sonno più profondo e ristoratore. L’insonnia, spesso legata a squilibri ormonali e stati di ansia, può essere attenuata grazie all’azione del CBD, che migliora la qualità complessiva del riposo notturno

  • Effetti antinfiammatori e sull’equilibrio immunitario
    Oltre ai suoi effetti diretti sugli ormoni, il CBD è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti. L’infiammazione cronica può compromettere la produzione ormonale e condurre a squilibri nel sistema endocrino. Riducendo l’infiammazione, il CBD può favorire una normalizzazione della funzione ormonale, con effetti benefici su tutto il corpo, inclusi l'umore, il metabolismo e il benessere generale

  • Impatto sul metabolismo e sulla funzione tiroidea
    Il CBD può avere effetti anche sulla tiroide, una ghiandola essenziale per il controllo del metabolismo energetico del corpo. Ormoni come la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), prodotti dalla tiroide, sono fondamentali per mantenere l’equilibrio metabolico. Alcune ricerche suggeriscono che il CBD potrebbe influire sulla regolazione di questi ormoni, favorendo un metabolismo più efficiente e contribuendo a un miglior controllo del peso corporeo

  • Influenza sugli ormoni sessuali e la salute riproduttiva
    Per quanto riguarda gli ormoni sessuali, il CBD sembra avere un impatto sulla produzione di estrogeni e testosterone, entrambi fondamentali per la salute riproduttiva. L’equilibrio di questi ormoni è cruciale non solo per il corretto funzionamento del ciclo mestruale nelle donne, ma anche per la salute sessuale generale e la fertilità. Regolando questi livelli ormonali, il CBD potrebbe contribuire al miglioramento della funzione riproduttiva e a ridurre sintomi di condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).

In conclusione, il CBD esercita una serie di influenze positive sul sistema endocrino, con potenziali benefici per il bilanciamento ormonale e la gestione di condizioni legate agli squilibri ormonali. Grazie alle sue proprietà rilassanti, antinfiammatorie e regolatrici del metabolismo, può rappresentare una soluzione naturale per sostenere il benessere ormonale in diverse situazioni.

CBD e sistema endocrino: gli studi scientifici

Lo studio “Effect of Marijuana Use on Thyroid Function and Autoimmunity” ha valutato gli effetti della cannabis sulla funzione tiroidea.

Sono stati presi in esame 5280 adulti in età compresa tra i 18 e 69 anni. Il campione è stato interrogato circa l’utilizzo di cannabis e sottoposto successivamente ad analisi della tiroide. Il 54% degli intervistati ha riferito di utilizzare cannabis da lungo tempo, mentre il 15% ha raccontato di utilizzarla da poco. L'analisi compiuta dal team di ricerca ha mostrato che i consumatori di cannabis avevano una frequenza significativamente più bassa di tireotropina elevata e anticorpo anti-tireoperoxidasi positivo rispetto ai non consumatori.

La tireotropina detta anche ormone tireostimolante è prodotto dall’ipofisi, il suo rilascio è in genere minimo al mattino e più alto in tarda serata. Valutando i livelli della tireotropina è possibile esaminare la corretta funzione della tiroide. La conclusione a cui è giunto il team di ricerca è che l’uso di cannabis non era associato ad una disfunzione tiroidea, ma risultava invece significativamente associato a livelli più bassi di tireotropina.

 

Nel 2018 i ricercatori del Dipartimento di endocrinologia e medicina interna della Poznan University, in Polonia, hanno curato una revisione degli studi scientifici fino a ora compiuti per comprendere l’interazione tra cannabinoidi e sistema endocrino.
I ricercatori hanno concluso che i cannabinoidi endogeni partecipano alla regolazione dell'assunzione di cibo e dell'omeostasi energetica del corpo, e hanno un impatto significativo sul sistema endocrino, compresa l'attività della ghiandola pituitaria, della corteccia surrenale, della tiroide, del pancreas e delle gonadi.

Le interrelazioni tra il sistema endocannabinoide e l'attività del sistema endocrino possono essere un obiettivo terapeutico per una serie di farmaci che si sono dimostrati efficaci nel trattamento dell'infertilità, dell'obesità, del diabete e persino nella prevenzione delle malattie associate al sistema cardiovascolare. 

Mentre la ricerca medica mirata a capire i meccanismi con cui sostanze come il cannabidiolo (CBD) possono provocare un beneficio nel contesto di patologie che affliggono il sistema endocrino, sono già evidenti i benefici “secondari” che ha questo principio attivo della pianta di cannabis.

Nel 2019 un team di ricercatori affiliati a vari enti di ricerca del Colorado, negli Stati Uniti, ha pubblicato uno studio su larga scala sul rapporto tra CBD e ansia e disturbi del sonno e dell’umore. Lo studio riportava come il cannabidiolo sia di ottimo aiuto nei casi presi in esame.

Si tratta di un risultato che interessa anche le persone affette da disturbi del sistema endocrino, nel cui contesto si manifestano spesso disturbi del sonno e dell’umore che il CBD può attenuare in maniera significativa. 

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