CBD e sistema endocrino: gli studi scientifici
Lo studio “Effect of Marijuana Use on Thyroid Function and Autoimmunity” ha valutato gli effetti della cannabis sulla funzione tiroidea.
Sono stati presi in esame 5280 adulti in età compresa tra i 18 e 69 anni. Il campione è stato interrogato circa l’utilizzo di cannabis e sottoposto successivamente ad analisi della tiroide. Il 54% degli intervistati ha riferito di utilizzare cannabis da lungo tempo, mentre il 15% ha raccontato di utilizzarla da poco. L'analisi compiuta dal team di ricerca ha mostrato che i consumatori di cannabis avevano una frequenza significativamente più bassa di tireotropina elevata e anticorpo anti-tireoperoxidasi positivo rispetto ai non consumatori.
La tireotropina detta anche ormone tireostimolante è prodotto dall’ipofisi, il suo rilascio è in genere minimo al mattino e più alto in tarda serata. Valutando i livelli della tireotropina è possibile esaminare la corretta funzione della tiroide. La conclusione a cui è giunto il team di ricerca è che l’uso di cannabis non era associato ad una disfunzione tiroidea, ma risultava invece significativamente associato a livelli più bassi di tireotropina.
Nel 2018 i ricercatori del Dipartimento di endocrinologia e medicina interna della Poznan University, in Polonia, hanno curato una revisione degli studi scientifici fino a ora compiuti per comprendere l’interazione tra cannabinoidi e sistema endocrino.
I ricercatori hanno concluso che i cannabinoidi endogeni partecipano alla regolazione dell'assunzione di cibo e dell'omeostasi energetica del corpo, e hanno un impatto significativo sul sistema endocrino, compresa l'attività della ghiandola pituitaria, della corteccia surrenale, della tiroide, del pancreas e delle gonadi.
Le interrelazioni tra il sistema endocannabinoide e l'attività del sistema endocrino possono essere un obiettivo terapeutico per una serie di farmaci che si sono dimostrati efficaci nel trattamento dell'infertilità, dell'obesità, del diabete e persino nella prevenzione delle malattie associate al sistema cardiovascolare.
Mentre la ricerca medica mirata a capire i meccanismi con cui sostanze come il cannabidiolo (CBD) possono provocare un beneficio nel contesto di patologie che affliggono il sistema endocrino, sono già evidenti i benefici “secondari” che ha questo principio attivo della pianta di cannabis.
Nel 2019 un team di ricercatori affiliati a vari enti di ricerca del Colorado, negli Stati Uniti, ha pubblicato uno studio su larga scala sul rapporto tra CBD e ansia e disturbi del sonno e dell’umore. Lo studio riportava come il cannabidiolo sia di ottimo aiuto nei casi presi in esame.
Si tratta di un risultato che interessa anche le persone affette da disturbi del sistema endocrino, nel cui contesto si manifestano spesso disturbi del sonno e dell’umore che il CBD può attenuare in maniera significativa.
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