Tempo dopo, nell’aprile 2018, è stata una revisione sul rapporto tra cannabis ed emicrania, pubblicata sulle pagine di Frontiers in Pharmacology a fare il punto sullo stato della ricerca. La revisione, curata dai ricercatori del Virtanen Institute for Molecular Sciences della University of Eastern Finland, ha riassunto lo stato della conoscenza e presentato nuove ipotesi sul ruolo dei cannabinoidi nel controllo dei meccanismi alla base del dolore causato dall’emicrania.
Secondo lo studio, i cannabinoidi - a causa dei loro effetti anticonvulsivi, analgesici, antiemetici e antinfiammatori - presentano una promettente classe di composti per il trattamento acuto e profilattico del dolore emicranico.
La loro efficacia nello stemperare il dolore causato dall’emicrania risiede nella loro interazione con il nostro sistema endocannabinoide e con i recettori denominati CB1 e CB2 che lo caratterizzano. In considerazione dei rapidi cambiamenti nello status giuridico della cannabis, la ricerca sugli (endo)cannabinoidi oggi gode di nuova energia..
L'abbondanza di recettori CB1 nel cervello li rende un obiettivo perfetto per il trattamento dell'emicrania bloccando il traffico nocicettivo sia periferico che centrale: la nocicezione, infatti, è il processo sensoriale che rileva e convoglia i segnali e le sensazioni di dolore. I recettori CB2 nelle cellule immunitarie, invece, giocano un ruolo nel ridurre la componente infiammatoria associata alle forme gravi di emicrania..
CBD e mal di testa: un ulteriore studio
Uno studio su cannabinoidi ed emicrania suggerisce che i cannabinoidi contenuti nella cannabis terapeutica possano essere considerata come un'opzione efficace e sicura per dare sollievo in caso di emicrania negli adulti. L'obiettivo principale dello studio era valutare se la cannabis terapeutica fosse efficace e sicura nel ridurre i sintomi dell'emicrania. Per condurre lo studio, i ricercatori hanno cercato studi pertinenti su diverse basi di dati scientifiche.
Hanno esaminato un totale di 12 pubblicazioni che coinvolgevano 1.980 partecipanti in Italia e negli Stati Uniti. Dalla revisione dei dati, è emerso che l'uso della cannabis terapeutica ha portato a una significativa riduzione della nausea e del vomito associati all'emicrania dopo sei mesi di trattamento. Hanno riscontrato una diminuzione sia nel numero di giorni di emicrania al mese dopo 30 giorni di utilizzo che nella frequenza degli attacchi di emicrania.
La cannabis terapeutica è stata anche considerata più efficace del 51% rispetto ai farmaci che non contengono cannabis. Rispetto all'amitriptilina, un altro farmaco utilizzato per trattare l'emicrania, alcuni pazienti hanno sperimentato una completa cessazione degli attacchi di emicrania con l'uso della cannabis terapeutica e una riduzione della frequenza degli attacchi.
Inoltre il CBD è noto per essere un cannabinoide sicuro e ben tollerato in termini di effetti collaterali.
Diversi studi su CBD e dolore invece confermano le capacità antinfiammatorie e antidolorifiche del cannabidiolo, che pur non essendo un farmaco, riesce ad avere effetti particolarmente benefici sui meccanismi del dolore.