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Olio CBD per anziani: può davvero aiutare nella terza età?

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Negli ultimi anni il CBD è entrato nella routine di molte persone sopra i 60 anni, spesso alla ricerca di un supporto più delicato di farmaci come FANS, benzodiazepine o oppioidi, per gestire dolore, ansia, insonnia e infiammazione. Ma cosa sappiamo davvero, oggi, sull’uso del CBD negli anziani? Le ricerche ci offrono un quadro ampio, fatto sia di potenzialità reali che di attenzioni necessarie. In questo articolo raccogliamo le evidenze più affidabili per aiutare gli over 60 a orientarsi in modo più consapevole nell’utilizzo del CBD.

Quali sono i benefici del CBD per gli anziani?

Il CBD (cannabidiolo), che è un composto non psicotropo della pianta di cannabis, è in grado di interagire con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, con i recettori GABAergici e con quelli serotoninergici. Questa interazione gli permette di aiutare a gestire l‘infiammazione, modulare la risposta allo stress e migliorare la qualità del sonno. Secondo una ricerca condotta su 568 persone sopra i 65 anni, un anziano su sei usa prodotti a base di canapa regolarmente e circa il 46% sceglie solo prodotti contenenti CBD. Lo studio mostra che i disturbi più comuni che la popolazione più adulta sceglie di gestire sono: dolore e artrite (73%), difficoltà a dormire (29%), ansia (24%), umore basso o depressione (17%). 

Un altro sondaggio di grandi dimensioni, il Canadian Cannabis Patient Survey, che ha coinvolto oltre 2.600 pazienti autorizzati all’uso di CBD e cannabis terapeutica, conferma lo stesso trend: gli anziani stanno diventando una quota sempre più rilevante tra i fruitori di prodotti a base di canapa, e non per curiosità o moda, ma per esigenze molto concrete. Per la maggior parte di loro il motivo principale è il dolore cronico, seguito da artrosi, ansia e disturbi del sonno. Tra i benefici più significativi riportati dai partecipanti al sondaggio c’è il fatto che molti anziani hanno dichiarato di essere riusciti a ridurre l’uso di oppioidi su prescrizione e di altri farmaci tradizionali. 

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  • non sono medicinali;
  • sono ottenuti da varietà di canapa iscritte nel Registro Comune Europeo e nel rispetto degli altri requisiti previsti dalla l. 242/2016;
  • sono stati regolarmente notificati nel Portale Europeo dei Prodotti Cosmetici (CPNP).

CBD e anziani: che cosa dicono gli studi?

Per quanto riguarda la gestione del dolore acuto e cronico, alcuni studi hanno mostrato che il cannabidiolo, grazie alla sua alta tollerabilità e alla totale assenza di effetti psicotropi, rappresenta una possibile alternativa a FANS, oppioidi e miorilassanti e potrebbe rivelarsi una soluzione più tollerabile degli analgesici tradizionali per una parte della popolazione anziana. 

Durante uno studio sui processi cognitivi invece, a un gruppo di adulti sani sono stati somministrati 246 mg di CBD o un placebo per valutarne l’impatto su memoria e apprendimento. Analizzando i dati per età è emersa una cosa interessante: i partecipanti più anziani mostravano un miglioramento delle prestazioni cognitive dopo l’uso di CBD. I ricercatori suggeriscono che potrebbe essere legato ai cambiamenti naturali del sistema endocannabinoide, con l’avanzare dell’età infatti:

  • diminuisce la densità dei recettori CB1 in aree cruciali per la memoria

  • si abbassano i livelli di alcuni endocannabinoidi

  • si riduce l’efficienza dell’intero sistema

Il CBD, che agisce modulando il tono endocannabinoide, aumentando ad esempio i livelli di anandamide, potrebbe avere un impatto più marcato negli anziani, compensando parzialmente questo declino fisiologico.

Per quanto riguarda il sonno invece, esistono diverse evidenze che i cannabinoidi, in particolare il CBD, possano aiutare a migliorare la qualità del sonno anche nella popolazione anziana.  In particolare, è risultato efficace nel supportare persone con disturbi associati a sindrome delle apnee ostruttive del sonno e insonnia causata da dolore cronico e sclerosi multipla.

Cannabidiolo per gli anziani: a cosa fare attenzione

Il CBD è una molecola sicura e ben tollerata, ma in una fascia d’età dove fragilità, patologie e assunzione di farmaci, sono molto comuni, è importante fare attenzione ad alcuni aspetti prima di iniziare a usarlo:

  • interazioni con i farmaci: il CBD può interferire con il metabolismo di diversi medicinali attraverso il sistema degli enzimi CYP450, gli stessi che metabolizzano alcuni dei farmaci più comuni utilizzati dagli anziani, come gli anticoagulanti, gli ansiolitici e le benzodiazepine, gli antipertensivi e gli analgesici oppioidi. L’uso del cannabidiolo potrebbe aumentare o diminuire l’effetto dei farmaci con conseguenze da non sottovalutare. Ecco perché parlarne con il proprio medico o con un medico esperto in cannabinoidi, è un requisito essenziale per un utilizzo consapevole

  • maggiore sensibilità: il CBD è generalmente ben tollerato, ma in rari casi potrebbe avere alcune controindicazioni, ad esempio sonnolenza o stanchezza marcata, nausea o pressione bassa. Questi effetti collaterali, tollerabili in un adulto giovane, potrebbero essere più problematici per una persona anziana, quindi è importante stabilire la quantità di cannabidiolo da usare insieme a un professionista

  • metabolismo più lento: con l’età il metabolismo rallenta e l’organismo impiega più tempo a smaltire i cannabinoidi. Diventa quindi ancora più importante iniziare con quantità di cannabidiolo molto basse e aumentare se necessario, con attenzione e gradualità, possibilmente seguendo le indicazioni di un professionista di fiducia

  • trasparenza dei prodotti: il mercato del CBD è molto vasto, ecco perchè è importante scegliere solo oli di CBD prodotti con canapa certificata, che garantiscono livelli di THC conformi ai limiti di legge e nessuna brutta sorpresa

La cannabis terapeutica per gli anziani

Quando parliamo di cannabis terapeutica, intendiamo un prodotto che può essere ottenuto solo tramite prescrizione medica, che contiene in genere THC e CBD in proporzioni precise ed è utilizzata all’interno di uno specifico percorso di cura. La cannabis terapeutica può essere certamente una scelta efficace per gestire alcuni disturbi nella terza età, ma è importante analizzare rischi e benefici caso per caso.

Negli ultimi anni diversi gruppi di ricerca hanno seguito da vicino pazienti anziani in trattamento con cannabis medica, soprattutto in Israele e in Europa, offrendo una fotografia abbastanza chiara di come viene usata e che risultati dà nella vita reale. Uno degli studi più ampi ha analizzato 2.736 persone sopra i 65 anni che avevano iniziato un trattamento con cannabis medica in un centro specializzato. L’età media era di circa 74 anni e la motivazione principale era il dolore cronico (66,6%). Dopo sei mesi di terapia, il 93,7% dei pazienti riferiva un miglioramento del proprio stato generale e il dolore medio si era ridotto da un punteggio di 8 a un punteggio di 4 su 10. Gli effetti collaterali più comuni sono stati lievi e gestibili, in particolare sono stati riferiti capogiri (9,7%) e secchezza delle fauci (7,1%). Anche in questo caso, circa il 18% dei pazienti ha sospeso o ridotto gli oppioidi grazie alla cannabis terapeutica.

In un altro studio su 184 pazienti con un’età media di 80 anni, seguiti per sei mesi con un protocollo dedicato agli anziani, quasi il 60% riferiva un miglioramento del proprio stato generale nella sfera del dolore, dell’ansia e del sonno. Gli effetti avversi riportati da circa un terzo dei pazienti sono soprattutto vertigini (12,1%) e sonnolenza/affaticamento (11,2%) e sono riconducibili soprattutto a THC, che risulta molto meno tollerabile del cannabidiolo.

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CBD per anziani in sintesi

Riassumendo quindi, le ricerche attuali sull’utilizzo del CBD per gli anziani mostrano che sia il cannabidiolo sia la cannabis terapeutica possono offrire un supporto concreto alla gestione del dolore, dell’ansia e dei disturbi del sonno nella terza età. Gli anziani che lo utilizzano riportano un miglioramento del benessere generale e una riduzione dell’uso di farmaci pesanti, con una tollerabilità complessivamente buona. L’utilizzo del cannabidiolo però, non va improvvisato, soprattutto durante la terza età, in cui dobbiamo fare ancora più attenzione al nostro organismo. 

Ricordate quindi di:

  • partire da quantità basse
  • valutare eventuali interazioni
  • confrontarsi con un medico esperto in cannabinoidi
  • scegliere solo prodotti a base di CBD estratto da canapa certificata

Per qualsiasi domanda o dubbio, siamo sempre disponibili al wecare@enecta.it

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I nostri articoli hanno scopo esclusivamente informativo e non intendono qualificare i nostri prodotti come medicinali o attribuire proprietà terapeutiche agli stessi.

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