Grazie alla sua interazione con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, il CBD è in grado di svolgere un'azione di contrasto al dolore e alle infiammazioni, fattori che spesso accompagnano l’osteoporosi.
L’osteoporosi è una patologia che colpisce l’apparato scheletrico, che subisce una perdita di massa ossea, densità minerale e resistenza. L’osteoporosi fa sì che lo scheletro si deteriori gradualmente ma inesorabilmente, sfociando in una condizione di fragilità ossea tale da esporre il soggetto che ne soffre a un maggior rischio di fratture. Negli ultimi anni i risultati di alcuni esperimenti hanno evidenziato come il cannabidiolo (CBD), il principio attivo non psicoattivo della pianta di cannabis, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel contesto delle terapie che vengono adottate per fronteggiare l’osteoporosi.
Osteoporosi, cos’è?
L’osteoporosi definisce la perdita di massa e il conseguente indebolimento delle ossa che compongono lo scheletro umano. La malattia è progressiva e porta a un eresse della medicina nei confronti del CBD è dovuto anche alla sua azione di contrasto al dolore e alle infiammazioni, eventi o fattori che spesso accompagnano l’osteoporosi.aumento del rischio di frattura anche per traumi minimi, in particolare per quanto riguarda traumi a caviglie, polsi, vertebre, femore e omero. La malattia colpisce generalmente nel corso dell’anzianità.
Il costo sociale è enorme, se teniamo in considerazione il generale invecchiamento della popolazione e il fatto che per molte persone la malattia può svilupparsi in maniera asintomatica.
Inoltre, c’è un grave problema nel quantificare il numero di persone che ne vengono colpite. L’osteoporosi può progredire senza farsi notare; fino al momento in cui la persona che ne soffre subisce un trauma. Le prime manifestazioni, infatti, compaiono con le fratture. Il dolore localizzato e continuo è un sintomo abbastanza specifico di una osteoporosi.